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Contrariamente da quanto si possa pensare il karate non è solo calci e pugni. Ci sono moltissime componenti e concetti che portano all’esecuzione corretta ma soprattutto efficace di quella che viene definita tecnica. Qui elencheremo tutte quelle componenti.

Nel karate ci sono un numero considerevole di tecniche, parate e colpi (pugni, calci e altri effettuati con varie parti del corpo), nonché diverse tecniche di proiezione, presa, leva e caduta.

Quasi tutte le tecniche possono essere eseguite ad altezza jōdan (livello alto: viso), chūdan (livello medio: busto sopra la cintura) o gedan (livello basso: sotto la cintura), oltre che migi (destra) o hidari (sinistra). Molte tecniche, che siano colpi o posizioni, variano a seconda dello stile praticato, con differenze nell’esecuzione, nel movimento o dell’ampiezza del gesto. Nelle arti marziali, colui che esegue la tecnica si chiama tori e colui che la riceve si chiama uke.

Il karate è uno sport da combattimento e situazionale, ovvero preposto a cambiamenti repentini. La situazione è data dalla relazione con l’avversario, bisogna adattarsi continuamente. Abbiamo i concetti del Sen (percezione, iniziativa) da tenere a mente

  • Sen no sen: Agisco in simultanea al mio avversario
  • Sensen no sen: Agire in modo preventivo, agire al sorgere dell’attacco o ancor prima, intuendone l’intenzione. Occorre a livello fisico grande velocità e capacità di spostamento, che risultano inutili se non c’è la capacità di leggere l’intenzione (mikiri) per guadagnare quelle frazioni di secondo utili al gesto.
  • Tai no sen: Agire nel momento stesso in cui avviene l’azione dell’avversario.
  • Go no sen: Agire dopo l’attacco. La situazione più classica e quella che ci dà meno vantaggio, prima mi difendo e poi reagisco. Si instaura una situazione di “pareggio”, perché si riparte da capo.

POSIZIONI (Dachi Waza)

Se il corpo manca di equilibrio e stabilità, le tecniche, attacco o difesa sono inefficaci. La possibilità di difendersi da un attacco in ogni circostanza dipende largamente dal mantenimento di una forma corretta. Una buona posizione per essere corretta deve osservare principalmente i seguenti punti

essere sempre equilibrati e stabili, ruotare agilmente il bacino nell’eseguire le tecniche così d’avere la massima velocità, assicurarsi che i muscoli usati nell’attacco o nella difesa lavorino insieme armoniosamente.

Esistono inoltre due posizioni di guardia da tenere con il busto: Hanmi e Shomen. La prima consiste nella posizione del busto semifrontale con l’anca aperta, usata principalmente nella posizione di guardia in combattimento e nelle parate, così da offrire meno bersaglio all’avversario, ma non solo, infatti in questa posizione posso sfruttare la chiusura dell’anca e rotazione del bacino per portare una tecnica d’attacco più esplosiva e d’impatto. Shomen, posizione del busto frontale, usata negli attacchi principalmente.

Gif posizioni

TECNICHE DI PARATA (Uke Waza)

Tradotto come parata ma sarebbe più corretto dire di ricezione. Nel karate è importante avere un sistema di difesa.

Sono quelle in cui un arto va in contatto con quello avversario con l’intento di deviarne la traiettoria. Esistenza di tecniche di parata con traiettorie lineari opposte all’attacco e quelle con traiettoria circolare, questo perché ci sono modi diversi di ricevere un attacco: contrastare o deviare.

la violenza dell’impatto non deve essere contrastata non con altrettanta forza, il nostro avversario potrebbe essere più forte di noi, inoltre ha dalla sua anche il fatto che è in movimento. Per contrastarlo bisogna usare queste tecniche all’opposto, cioè in modo sciolto e leggero… con minore forza riesco a vincere quella avversaria. (il fulcro delle parate circolari)

All’epoca della nascita del karate, le situazioni di combattimento si svolgevano a distante ravvicinate e quindi la parata aveva altri obiettivi. Non era la forza la chiave bensi la velocità e la possibilità di intercettare l’attacco. Ecco perché l’obiettivo di queste tecniche è  deviare si intrappolare e si immobilizzare per poter contrattaccare o controllare.

Molto della difesa è a carico della distanza sia nel kumite sia nella difesa personale. Occhi e tatto, sono i ricettori migliori per ottenere una migliore difesa. Nel campo della difesa e bene ricordare che le parate, non sono per forza unicamente parate ma possono essere usate anche come attacchi, in base al campo di applicazione.

TECNICHE DI SPOSTAMENTO (Ashi sabaki waza)

Un altro modo per difendersi è togliere il bersaglio dalla traiettoria del colpo in arrivo, schivando o spostandosi, oppure aggiungendo/togliendo distanza con il giusto tempismo, perché a differenza delle frecce che continuano sulla loro traiettoria senza possibilità di aggiustarla, calci è pugni possono essere corretti o comunque essere regolati in base alla posizione del bersaglio.

Per fare questo ci vengono in aiuto le tecniche di spostamento, ovvero tecniche in cui si muovono le gambe e piedi, sfruttando la potenza dei colpi. Senza mai perdere il contatto con il terreno: se sono in aria, non posso cambiare direzione. Servono mantenere il praticante alla giusta distanza, in modo che possa essere in grado di lanciare il colpo, nel momento giusto, e con la massima efficienza, e, contemporaneamente evitare un contro-attacco.

Nel karate si usano principalmente due spostamenti:

  • Suri Ashi: Tipico di alcuni kata come Annan Dai, ma più tipico nel kenjutsu e kendo. Prima si sposta la gambe anteriore, in seguito la gamba posteriore segue, recuperando la posizione.
  • Yori Ashi: In questo caso il movimento parte con la gamba posteriore spingendo, sposterò per primo il piede anteriore che scivolerà in avanti; Il piede posteriore verrà richiamato ripristinando l’assetto e la posizione corretta.

TECNICHE DI PERCOSSA (uchi waza)

Le armi del karate sono costituite dalle varie parti del corpo umano.

Tutte le tecniche di karate sono indirizzate in punti specifici del corpo umano, alcuni di essi se portati a parti vitali del corpo possono uccidere o inabilitare l’avversario: plesso solare, al tempio, sotto il naso, negli occhi, nei genitali o sotto il mento. Queste tecniche di percossa dei punti vitali si chiamano ATEMI. il termine vitale non deve trarre in inganno: la percussione di norma non è letale, tranne per pochissimi punti, però possono tecniche complete utilizzate per rompere brevemente l’equilibrio di un avversario o portare a termine lo sconto.

Una tecnica è efficace se ha una posizione del corpo ben salda al terreno. Si parte dal piede applicando una pressione al suolo e spingendo in avanti attraversa tutto il corpo fino al bacino, una tecnica può essere definitiva solo se la rotazione dei fianchi viene sfruttata completamente, tanto più rapida è la rotazione tanto più veloce risulta la tecnica. La velocità unita al peso, porta alla potenza del colpo. Durante tutta l’esecuzione del gesto, non bisogna essere contratti, perché porterebbe al rallentamento se non al blocco totale dell’esecuzione. La contrazione avviene solo nella parte finale del gesto, un attimo prima dell’impatto.

uchi
uchi
Immagine offerta da karateposter

Ci sono innumerevoli parti del nostro corpo con cui colpire nel karate principalmente mano (te waza), gambe (keri waza). Queste poi si possono suddivere in pugni (zuki) dorso del pugno (uraken), gomiti (enpi), nocca del medio sporgente (nakadaka-ken), palmo (teisho), il taglio esterno (shuto) o interno (haito) della mano, nocche dell’indice e del medio (seiken), ginocchio (hiza), avampiede (koshi), avambraccio (ude) ecc…

TECNICHE DI PROIEZIONE (nage waza)

Anche nel karate sono studiate anche tecniche di proiezione, spazzate, bloccaggi e leve articolari anche se differiscono per finalità o movimento da quelle del Judo o dell’Aikido. Nel karate si mira a “finire” o concludere l’avversario sul suo centro, sul posto per renderlo inoffensivo. Per proiettare un’ avversario ci vengono incontro le tecniche di spazzata Tecniche di spazzata (Harai waza), la più nominata nel karate è ashi barai: spazzata sul piede davanti.